02/10/12

SE LO DICONO LORO…

Cavani, Hamsik e pure Gamberini! Nelle consuete interviste post Samp e pre PSV ai 3 giocatori azzurri è stato chiesto quali siano le reali ambizioni della squadra. E chi prima e chi dopo, chi direttamente chi velatamente la risposta è stata univoca: scudetto! Così senza scaramanzia e senza toccare ferro la parola impronunciabile è uscita dalla bocca degli intervistati. E se lo dicono loro, che il campo lo calcano e conoscono pregi e difetti degli avversari, allora c’è da crederci! La sfida di Pechino ha dato consapevolezza agli azzurri, che dopo la vittoria di Roma aveva nuovamente surclassato i bianconeri (ovviamente fino al Mazzoleni-show). Al di là delle difficoltà delle milanesi e della Roma, con una Lazio che non sembra abbia un organico in grado di lottare per il vertice e la Fiorentina bella da vedere ma tutta nuova, il Napoli è l’unica vera alternativa alla Juventus. Lo hanno capito anche a Torino, dove l’anno scorso iniziarono con la difesa a 4, per poi passare a 3 proprio al San Paolo e da allora mai più lasciata. Mazzarri docet, e con lui tutto il suo staff capace di ridurre al minimo gli infortuni muscolari durante l’intera stagione. Se la squadra dichiara di
essere pronta e prende consapevolezza della propria forza allora davvero può essere l’anno buono, parafrasando Cavani. Hamsik è ormai diventato una nostra bandiera, vice-capitano sulla carta ma capitano aggiunto in campo, ed è stato proprio lui a dare il via alla lotta per lo scudetto. Non con dichiarazioni o promesse ma rifiutando personalmente la maxi offerta rossonera dell’anno scorso e firmando la sua permanenza a vita sotto il Vesuvio. Cavani lo ha seguito a ruota, dopo qualche capriccio, sempre con quel sorriso sulle labbra che nasconde la sua voglia di vincere. E via via tutti gli altri, da Pandev a Insigne, da Cannavaro a Gamberini la voglia è la stessa: vincere! Qualcuno potrà aggiungerec ontro tutto e tutti, ricordando clamorosi torti arbitrali o scarsa protezione da parte del palazzo (Tosel insiste con la sua cecità), ma dovrà essere il campo a parlare. Vincere, vincere e ancorav incere, ma a testa alta, assaporando lentamente quello che per qualcuno è il sapore della vendetta o della rivincita personale.


s.s.

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