E' bello essere napoletani. E' bello lasciarsi trasportare dalle emozioni, come quella di gioire ed esultare per la squadra azzurra. Il calore partenopeo è sotto gli occhi di tutti, giocatori ed addetti ai lavori. In alcuni casi l'affetto diviene ossessione- come nel caso del Pocho Lavezzi- ma pochi sono gli atleti che si sono lamentati di cotanta affettuosità. Giocare al San Paolo, davanti alla propria gente è un sogno per tutti i ragazzi nati alle pendici del Vesuvio. Quante volte sui giornali abbiamo letto "Vorrei tanto giocare per la squadra della mia città", e quante volte visto i tifosi entusiasmarsi per dichiarazioni del genere. Ma i latini dicevano verba volant, scripta manent; la parole valgono zero. La storia della società azzurra, specie degli ultimi anni, è ricca di napoletani pronti sulla carta a far di tutto pur di vestire la maglia che fu di Maradona, Creca e di tanti altri campioni. Ma la realtà è che pochi hanno poi fatto il passo decisivo, quello di ritornare "in patria", rinunciando magari a prestigio e danaro. Criscito, Quagliarella, Borriello, Cannavaro Fabio, lo stesso Ferrara hanno rifiutato o abbandonato Napoli nei momenti più difficili per inseguire il dio denaro. Ma esistono anche esempi positivi: Paolo Cannavaro ad esempio, così come Iuliano che anche di fronte ad offerte più allettanti hanno deciso di restare fedeli ai colori azzurri. E' bello essere napoletani, ma ancora più bello amare il Napoli e la Napoli città.
p.d.d.
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