05/10/12

PSV - NAPOLI, IL COMMENTO


Non sappiamo se parlare della gita fatta in terra olandese o della partita del Philips Stadium, perché lo spirito con il quale si è affrontato l’impegno europeo è proprio da scolaresca in viaggio-premio. Dopo la gara d’esordio al San Paolo, noi di Napoli Focus, ci rifiutammo di parlare di Napoli 2 e saremo coerenti anche adesso. Ci fa male dover commentare la prima sconfitta stagionale subita senza giocare ma non ci nasconderemo dietro l’alibi delle riserve. Dobbiamo commentare un Napoli assente, privo di grinta e di rabbia e con la mente chissà dove a prescindere da chi abbia indossato la casacca azzurra. La società è stata chiara fin dall’inizio su obiettivi e gerarchie e buona parte dei tifosi e degli addetti ai lavori, noi compresi, ha appoggiato tali scelte (anche perché convinti che i giovani non avrebbero demeritato). Proprio per questo difendiamo la nostra scelta di non chiamarlo Napoli 2. Si parla di crescita e di valorizzazione dei giovani, si parla di panchina di qualità e di alzare l’asticella e allora servono queste partite e forse serve anche prendere queste batoste, ma ci sono modi e modi. Ad Eindhoven si poteva vincere come perdere con il trio delle meraviglie in campo o con i piccoletti Insigne e Vargas, ma quel che conta è l’atteggiamento della squadra. Il Napoli è sceso in campo con l’idea che il livello dell’Europa fosse quello visto con l’AIK o che il PSV snobbasse la competizione, ma questa è solo una brutta abitudine italiana. Gli olandesi hanno cambiato solo un uomo per reparto, schierando quindi per 8/11 la formazione base. Ci si aspettava dai giovani grinta, corsa, abnegazione e quel pizzico di faccia tosta che potevano cambiare volto alla gara. Ci si aspettava dai veterani, capitano in primis, di prendere sotto braccio il resto della squadra e condurla alla vittoria. Dzemaili e Donadel hanno subito passivamente quello che gli succedeva intorno senza mai incidere, soprattutto lo svizzero che Mazzarri considera come un titolare. Dossena e Mesto, che è un nuovo innesto ma di certo non è uno di primo pelo, non hanno mai spinto in fase offensiva né offerto copertura ai 3 difensori, con il milanese peggiore in campo. A Mazzarri contestiamo la scelta dei cambi. Oddio bisognava per forza di cose cambiare qualcosa, ma non in quel modo. Stiamo usando l’Europa League come scuola per i nostri campioni del futuro, per trovarli pronti quando serviranno anche in campionato. Perché inserire Cavani e Pandev? I giovani vanni cresciuti a bastone e carota. Dopo i tanti e giusti complimenti post AIK è giunta, purtroppo, l’ora delle bastonate. Bisognava lasciarli in campo, facendoli affrontare i loro sbagli e cercare di fargli porre rimedio. Ci sta il cambio di El Kaddaouri che ancora non regge  i ritmi della A e dell’Europa e di Dossena che è stato spettatore non pagante, ma perché Insigne? Non è un’arringa difensiva sul talento nostrano, ma era giusto che restasse in campo e che continuasse ad affinare l’intesa con Vargas, e che tentasse col cileno di risolvere la partita o almeno uscirne a testa alta. E se un domani Cavani fosse squalificato e Pandev infortunato? Proveremo a chiedere a Careca di infilarsi di nuovo le scarpette chiodate? Giustissimo tenere in campo un non brillantissimo Fernandez (nonostante il probabile inserimento dal primo minuto domenica sera al posto dello squalificato Cannavaro) e non rischiare Campagnaro, un po’ meno Donadel o Dzemaili. La sconfitta fa parte del calcio e va accettata e usata come punto di ripartenza, ma arrendersi senza lottare non va. Il PSV è si una buona squadra ma il Italia lotterebbe per metà classifica, e far diventare fenomeno uno come Lens o Toivonen è un po’ troppo. Primo tempo chiuso senza fare neanche un tiro in porta e con gli olandesi padroni del campo. La squadra di Advocaat ha superato gli azzurri in condizione fisica e mentale, senza mai fare grandi giocate gli olandesi hanno avuto il dominio del centrocampo semplicemente giocando a 2-3 tocchi e passaggi sul compagno libero più vicino. Centrocampo che non faceva filtro e difesa che spesso si trovava in inferiorità numerica sono stati gli errori più grossolani. Scarso approvvigionamento alle punte di palloni giocabili, e una volta inserito il Matador Advocaat gli ha subito piazzato il marcatore ad uomo e ordinato il raddoppio di marcatura immediato. Ecco un altro motivo per cui serviva tenere Insigne. Cavani attirava a sé 2 uomini e c’era la possibilità per Lorenzo di infilarsi fra le linee. Domenica il Napoli affronterà l’Udinese, galvanizzata dall’impresa di Anfield, bisognerà quindi resettare e ripartire. 


s.s.

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