Non sappiamo se parlare della gita fatta in
terra olandese o della partita del Philips Stadium, perché lo spirito con il
quale si è affrontato l’impegno europeo è proprio da scolaresca in
viaggio-premio. Dopo la gara d’esordio al San Paolo, noi di Napoli Focus, ci rifiutammo di parlare
di Napoli 2 e saremo coerenti anche adesso. Ci fa male dover commentare la
prima sconfitta stagionale subita senza giocare ma non ci nasconderemo dietro l’alibi
delle riserve. Dobbiamo commentare un Napoli assente, privo di grinta e di
rabbia e con la mente chissà dove a prescindere da chi abbia indossato la
casacca azzurra. La società è stata chiara fin dall’inizio su obiettivi e
gerarchie e buona parte dei tifosi e degli addetti ai lavori, noi compresi, ha
appoggiato tali scelte (anche perché convinti che i giovani non avrebbero
demeritato). Proprio per questo difendiamo la nostra scelta di non chiamarlo
Napoli 2. Si parla di crescita e di valorizzazione dei giovani, si parla di
panchina di qualità e di alzare l’asticella e allora servono queste partite e
forse serve anche prendere queste batoste, ma ci sono modi e modi. Ad Eindhoven
si poteva vincere come perdere con il trio delle meraviglie in campo o con i
piccoletti Insigne e Vargas, ma quel che conta è l’atteggiamento della squadra.
Il Napoli è sceso in campo con l’idea che il livello dell’Europa fosse quello
visto con l’AIK o che il PSV snobbasse la competizione, ma questa è solo una
brutta abitudine italiana. Gli olandesi hanno cambiato solo un uomo per
reparto, schierando quindi per 8/11 la formazione base. Ci si aspettava dai
giovani grinta, corsa, abnegazione e quel pizzico di “faccia tosta” che
potevano cambiare volto alla gara. Ci si aspettava dai veterani, capitano in
primis, di prendere sotto braccio il resto della squadra e condurla alla
vittoria. Dzemaili e Donadel hanno subito passivamente quello che gli succedeva
intorno senza mai incidere, soprattutto lo svizzero che Mazzarri considera come
un titolare. Dossena e Mesto, che è un nuovo innesto ma di certo non è uno di
primo pelo, non hanno mai spinto in fase offensiva né offerto copertura ai 3
difensori, con il milanese peggiore in campo. A Mazzarri contestiamo la scelta
dei cambi. Oddio bisognava per forza di cose cambiare qualcosa, ma non in quel
modo. Stiamo usando l’Europa League come scuola per i nostri campioni del
futuro, per trovarli pronti quando serviranno anche in campionato. Perché
inserire Cavani e Pandev? I giovani vanni cresciuti a bastone e carota. Dopo i
tanti e giusti complimenti post AIK è giunta, purtroppo, l’ora delle bastonate.
Bisognava lasciarli in campo, facendoli affrontare i loro sbagli e cercare di
fargli porre rimedio. Ci sta il cambio di El Kaddaouri che ancora non
regge i ritmi della A e dell’Europa e di
Dossena che è stato spettatore non pagante, ma perché Insigne? Non è un’arringa
difensiva sul talento nostrano, ma era giusto che restasse in campo e che
continuasse ad affinare l’intesa con Vargas, e che tentasse col cileno di
risolvere la partita o almeno uscirne a testa alta. E se un domani Cavani fosse
squalificato e Pandev infortunato? Proveremo a chiedere a Careca di infilarsi
di nuovo le scarpette chiodate? Giustissimo tenere in campo un non
brillantissimo Fernandez (nonostante il probabile inserimento dal primo minuto
domenica sera al posto dello squalificato Cannavaro) e non rischiare
Campagnaro, un po’ meno Donadel o Dzemaili. La sconfitta fa parte del calcio e
va accettata e usata come punto di ripartenza, ma arrendersi senza lottare non
va. Il PSV è si una buona squadra ma il Italia lotterebbe per metà classifica,
e far diventare fenomeno uno come Lens o Toivonen è un po’ troppo. Primo tempo
chiuso senza fare neanche un tiro in porta e con gli olandesi padroni del
campo. La squadra di Advocaat ha superato gli azzurri in condizione fisica e
mentale, senza mai fare grandi giocate gli olandesi hanno avuto il dominio del centrocampo
semplicemente giocando a 2-3 tocchi e passaggi sul compagno libero più vicino.
Centrocampo che non faceva filtro e difesa che spesso si trovava in inferiorità
numerica sono stati gli errori più grossolani. Scarso approvvigionamento alle
punte di palloni giocabili, e una volta inserito il Matador Advocaat gli ha
subito piazzato il marcatore ad uomo e ordinato il raddoppio di marcatura
immediato. Ecco un altro motivo per cui serviva tenere Insigne. Cavani attirava
a sé 2 uomini e c’era la possibilità per Lorenzo di infilarsi fra le linee. Domenica
il Napoli affronterà l’Udinese,
galvanizzata dall’impresa di Anfield, bisognerà quindi resettare e ripartire.
s.s.
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