Prima sconfitta in
campionato con tanto amaro in bocca. Non che il Napoli meritasse la vittoria,
ma il pareggio sarebbe stato il
risultato più giusto. Gli azzurri hanno tenuto il campo benissimo per poi
capitolare per il solito errore
difensivo sui calci piazzati e per beccare come sempre il giocatore che
pesca il jolly della giornata. Da oggi parte il mio personale impegno a
monitorare Pogba e tutti i gol che farà. Mazzarri croce e delizia di questa
partita. Delizia perché ha catechizzato i suoi su come fermare l’attacco
bianconero e limitare Pirlo, ed infatti la squadra non ha mai sofferto, né
concesso chissà cosa agli avversari. Croce perché ha deciso di sacrificare Hamsik su Pirlo, e ci ha perso più il
Napoli che la Juve, e perché sembra che il suo orologio vada più lento di
quello dell’arbitro. Aspettare il 40° per inserire Insigne sperando che abbia
le fattezze di San Gennaro e aspettare il miracolo è davvero troppo. La Juve
gestisce bene i cambi, 2 dei 3 subentrati vanno in gol, mentre Mazzarri resta a
guardare sembrando accontentarsi del pareggio. Maggio ha nettamente perso la
sfida con Asamoah, e forse cambiarlo con Insigne trasferendo Zuniga a destra si
sarebbe potuto rivelare fatale per gli impacciati difensori bianconeri, che una
volta limitato con la marcatura ad uomo Cavani non hanno avuto vita difficile
con un Pandev assente e Hamsik lontano dall’area. Pandev non è mai entrato in
partita, a questo punto perché non mettere lui sulle tracce di Pirlo, almeno
fino alla nostra trequarti? Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, e
degli episodi purtroppo decidono le partite. Parte bene la Juve nel primo tempo,
il Napoli inizia a giocare solo dopo la punizione capolavoro di Cavani, che se
fosse entrata avrebbe di diritto fatto consegnare il pallone d’oro al Matador.
I bianconeri accusano il colpo e abbassano il baricentro, giocando meno palloni
degli azzurri e lasciando un po’ soli Quagliarella e Giovinco, l’unico che
sembrava in grado di impensierire la difesa azzurra. Il Napoli guadagna terreno
ma veri e propri pericoli dalla parte di Storari non se ne vedono e il primo
tempo finisce giustamente in parità. Era ovvio immaginarsi una Juve subito
all’attacco a inizio ripresa e un Napoli che, così come aveva fatto nei primi
30’, aspettasse l’avversario. Dopo i primi 10 minuti le fatiche delle Nazionali
si fanno sentire da ambo le parti, ma il più bravo a capire la situazione è
stato Conte che scandisce in modo ottimale il tempo delle sostituzioni. Caceres
per Asamoah e Pogba per Vidal, tutto faceva pensare che anche Conte si
accontentasse del pareggio facendo adottare alla sua squadra un atteggiamento
più difensivo. Ma proprio dai 2 subentrati arriva la beffa per il Napoli. Il
primo gol taglia le gambe al Napoli che alza subito bandiera bianca, e che poi
cade definitivamente dopo l’impensabile rete di Pogba. Si poteva riaprire la
partita se solo Pandev non sbagliava un facilissimo passaggio a Insigne, per
giunta in superiorità numerica. Niente è compromesso, e una sconfitta può
sempre servire per migliorarsi. Perdere
contro i campioni dello scorso anno non è una tragedia (lo è più il pareggio a Catania in 11 contro
10) soprattutto se il campo non ha detto che si è inferiori. Al Napoli va
contestato forse l’atteggiamento un po’ troppo difensivo e scarso coraggio, ma
il campionato è ancora aperto. Lo dicemmo dopo la gara con il PSV e lo
ripetiamo adesso: resettare e continuare il cammino intrapreso. Ma per favore
organizziamo una colletta tra i tifosi per comprare un nuovo orologio a
Mazzarri, il suo ad un certo punto si ferma.
s.s.
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