27/09/12

FALLO DI MANO, KLOSE AMMETTE. APPLAUSI DEL SAN PAOLO

Il calcio italiano vive momenti difficili. Il motivo di tutto ciò non sta solo dietro la crisi economica, ma anche o forse sopratutto dietro un problema di cultura generale. Ormai fanno parte della normalità purtroppo, comportamenti scorretti dei giocatori in campo che vanno al di là degli interventi duri di gioco. Ti accorgi che il problema va ben oltre il rettangolo verde, come nel caso del gol di mano annullato a Klose ieri al San Paolo, per stessa ammissione del tedesco, dopo che tutto si è risolto, c'è chi continua ancora nelle polemiche negando l'evidenza. Un episodio di pura sportività quello che ha visto l'attaccante biancoceleste protagonista. Al 4' minuto mette a segno l'1 a 0, con un evidente fallo di mano, nessuno se ne accorge tra arbitro, guardialinee e giudice di porta. Proteste a muso duro da parte dei giocatori del Napoli e subito dopo Klose ammette di aver sbagliato, stretta di mano col direttore di gara e applausi del San Paolo. Episodio che spinge uno stadio intero ad applaudire un giocatore che nonostante tutto avrebbe potuto star zitto, tenersi il gol e da li molto probabilmente si sarebbe giocata una partita diversa che avrebbe avuto ovviamente un risultato diverso. Ma a Roma evidentemente non la pensano così, ecco quanto appare stamane sul sito Lalaziosiamonoi.it:”Napoli, 25 settembre 2012. Località Fuorigrotta, Stadio San Paolo. E’ la solita bolgia, la nuova Lazio targata Petkovic cerca l’impresa. E allo scoccare del 4′ quasi ci spera: calcio d’angolo di Ledesma, l’onnipresente Klose inzucca con decisione, batte De Sanctis e gol. Gol? Ecco che in mezzo passo di lancetta scatta la furia napoletana con sceneggiata alla Mario Merola, Mazzarri furibondo e lo stesso portiere che implora arbitro, guardalinee, quarto uomo e giudice di porta. L’ha toccata con la mano Miro, ma che non gilelo annullate?
Flashback, in stile film di Quentin Tarantino, lasciamo la storia sospesa così. Mexico, 1986. Tredicesima edizione dei Mondiali di calcio, ai quarti di finale scontro al vertice tra Inghilterra e Argentina. E’ l’Argentina di Diego Armando Maradona, el Pibe de Oro, lui che con il Napoli conquisterà due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.  Solo quattro anni prima, era viva la sfida tra i due paesi. Non sul campo, ma in guerra. Il 2 aprile 1982 l’Argentina occupa le isole Falkland, dominio britannico. È la mossa ridicola e disperata di un regime che sta implodendo. Dopo un mese di trattative e l’ultimatum all’Argentina, è inevitabilmente guerra. Un mese dopo la flotta inglese bombarda per 19 ore consecutive la costa delle Falkland. Il 13 giugno gli inglesi hanno già annientato le difese militari argentine. Quel giorno invece la sfida è tutta sul rettangolo verde, il primo tempo finisce a reti inviolate ma al 51′ è Maradona a riscrivere la storia dell’Argentina: si getta su uno spiovente di Valdano deviato dalla difesa inglese e davanti a Shilton assesta un cazzotto al pallone che s’insacca alle spalle del portiere inglese. ”E’ la Mano de Dios”, ammette candidamente. La Mano de Dios per riscattare il bombardamento inglese della Falkland. La partita finirà 2-1 per i biancocelesti, quel giorno Maradona segnò uno dei più bei gol della storia del calcio, quello del 2-0 dopo aver dribblato quattro avversari dalla trequarti. Nel 1986 l’Argentina vinse il Mondiale, vallo a dire a Maradona di ammettere di averla presa con la mano. Passo in avanti, ma ancora in flashback anche se un po’ meno in bianco e nero. Napoli, 3 aprile 2011. Super sfida da Champions tra la Lazio e i partenopei al San Paolo. Quel giorno non si poteva presagire la maledizione-Banti. La gara non risparmia sorprese e colpi di scena. Siamo sul 2-2, Brocchi dalla lunga distanza lancia un bolide che sorprende De Sanctis impatta sotto la traversa supera la linea di porta e poi esce. Tutti, da Reja ai biancocelesti in campo, dai tifosi sugli spalti a quelli davanti la tv, non hanno alcun dubbio. Il pallone era clamorosamente dentro, aveva clamorosamente superato la linea di porta. Tutti se ne sono accorti, tranne il solito polemico Mazzarri, stranamente De Sanctis colpito fulmineamente da cecità, l’arbitro Banti e l’assistente Maggiani e il gol fu così annullato. Arriverà poi l’autogol di Aronica è vero, ma gli errori quel pomeriggio di primavera non si fermano lì. Anche il 3-3 del Napoli sarà a dir poco sospetto: Banti fischia un calcio di rigore per i partenopei, sotto la lente d’ingrandimento il fallo non troppo solare di Biava su Cavani. Sotto la lente d’ingrandimento ancor di più il sospetto fuorigioco del Matador prima del presunto fallo. Salto nel presente, ancora Napoli, ancora San Paolo. Klose, la Mano de Dios e l’incoerenza dei partenopei.
                                                                 
                                                                                                  r.m.

Nessun commento:

Posta un commento