18/12/12

CRISI NAPOLI? L'ANALISI


Dopo il K.O. contro il Bologna il Napoli deve guardare avanti, soprattutto per non compromettere quelle che erano le aspettative dei tifosi, una stagione finalmente da grandi, il momento giusto per puntare ancora più in alto, dopo le due precedenti annate culminate con la qualificazione Champions e la vittoria della Coppa Italia.
Il “sogno” da capolista era iniziato nel ritiro di Dimaro, dove De Laurentiis, non aveva fatto nulla per placare i sogni della piazza facendo intendere che la seconda forza del campionato può addirittura diventare la prima.
Dopo 17 giornate la classifica dice che il Napoli è terzo a 33 punti, e fin qui ci siamo, se non fosse che la Juventus capolista ha 41 punti, otto in più degli azzurri e sette in più dell’Inter seconda, quindi è già campione d’inverno a una sola giornata dalla fine del girone d’andata.
Per di più gli azzurri dopo la sconfitta contro il Bologna, sono stati agganciati al terzo posto dalla Lazio e la Fiorentina ha una sola lunghezza di ritardo.
Ciò che desta preoccupazione non è la classifica, il Napoli per l’organico che ha non è obbligato a vincere il campionato, e i discorsi per il terzo posto sono apertissimi. Ma c’è da chiedersi quale potrebbe essere stata la classifica se solo la società avesse operato diversamente sul mercato. Sia chiaro, Beherami e Gamberini si sono rivelati degli acquisti importanti, ormai titolari, e anche Mesto ha dato il suo contributo.
Lasciando da parte l’immeritata sconfitta di San Siro, Il Napoli al San Paolo ha perso punti in rimonta e in modo pressoché identico. Contro Torino e Milan fino alla sconfitta contro il  Bologna di ieri sera, da 2-1 a 2-3. In queste occasioni, dopo essere stata in vantaggio, la squadra non è riuscita a gestire  facendosi rimontare più volte.
Le spiegazioni sono due: nel calcio si può gestire un risultato favorevole praticando un grande possesso palla, e questo il Napoli non può farlo con continuità, essendo prerogativa di squadre costituite da calciatori molto tecnici e  bravi palleggiatori. Oppure far salire la squadra “gettando” palloni in avanti, potendo contare su una punta in grado di difendere la sfera grazie alla sua forza fisica. Nell’organico del Napoli manca un calciatore con queste caratteristiche: senza scomodare Vargas, né Cavani nè Insigne hanno questa capacità. Pandev, spesso assente per infortunio, può essere più utile degli altri in tal senso per la sua abilità spalle alla porta, ma comunque quella di tenere la squadra alta negli ultimi minuti non è una prerogativa del macedone.
Nelle scorse stagioni il Napoli incontrava meno difficoltà da questo punto di vista.
Non c’è bisogno di tornare a cinque anni fa quando c’era il Pampa Sosa. Poi fu il turno di Denis la cui cessione è ancora un punto interrogativo, probabilmente legata all’addio di Pier Paolo Marino. Anche Ezequiel Lavezzi pur non essendo una “punta di peso”, garantiva ciò, tenendo sempre le difese avversare in apprensione grazie alla sua velocità in contropiede e alla sua potenza fisica seppur racchiusa in 1,73 cm. E’ proprio questa la caratteristica del Pocho che più manca al Napoli, di goal non ne ha mai fatti molti.
L’offerta del Psg, 30 milioni, non si poteva rifiutare, ma il ricavo della cessione di Lavezzi non è stato reinvestito né per una punta di peso né per un attaccante che avesse questa caratteristica comune al Pocho (si pensi a Gomez del Catania). Si è considerato già completo il reparto offensivo, e questo è stato un errore clamoroso da parte di De Laurentiis e Bigon.
Contro Inter e Bologna, la squadra ha subito reti importanti anche da palle inattive, Guarin sugli sviluppi di un calcio d’angolo e Portanova da una punizione. Per questi episodi non è la sola difesa a dover essere messa sotto esame, tutta la squadra ha responsabilità in occasione dei piazzamenti su palle inattive, ma questi sono errori imputabili solo alla concentrazione, più psicologici che tecnici.
Per i ragazzi di Mazzarri l’occasione del riscatto può arrivare già mercoledì in Coppa Italia, sempre contro quel Bologna che negli ultimi anni è stato la bestia nera degli azzurri, poi a Siena  nella penultima giornata di campionato prima della sosta. A Gennaio è la società  ad essere chiamata a dare le risposte sul fronte della campagna acquisti.
Nelle prossime ore arriveranno anche le sentenze sulla vicenda calcio scommesse in cui la Figc e il suo procuratore federale hanno voluto trascinare  il calcio Napoli, Cannavaro e Grava, ma questa è un’altra storia.

s.c.

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