Una serata da dimenticare. Tutti hanno
commentato così la disfatta degli azzurri contro il Psv. Tuttavia gli errori e
le figuracce possono rappresentare un momento di riflessione sullo stato della
squadra, sul gioco, sull'offensività della manovra. Al di là degli errori
commessi dai singoli, è emerso ancora una volta un atteggiamento troppo
rinunciatario, legato ad un modulo il 3-5-2 che non agevola sicuramente l'obiettivo
di un calcio ragionato ed avvolgente. Nella tre giorni di Europa, solo le
squadre italiane si sono presentate con uno schema tattico a tre difensori, il
quale porta inevitabilmente alla rinuncia di due calciatori alla fase
offensiva. Mazzarri ha sempre privilegiato gli equilibri, anteposto il ritmo
alla tecnica e rinunciato a giocatori dai piedi buoni. Ieri i limiti insiti in
uno schieramento di questo tipo si sono palesati con una ferocia inaspettata.
Gli esterni, da una parte Mesto e dall'altra Dossena, si sono dimostrati più
terzini che esterni di fascia ed incapaci di accompagnare l'azione offensiva e
supportare il centrocampo. Donadel è apparso ancora fuori condizione così come
El Kaddouri. Ma la formazione presentava lacune soprattutto per quel che
riguarda l'impostazione del gioco: a chi era affidato il compito di iniziare
l'azione?. Ed inoltre, chi doveva partecipare alla fase offensiva?. Misteri
irrisolti che si ripresenteranno ogni qual volta la condizione atletica nn
consentirà di sostenere ritmi elevati, ed a quel punto la tecnica vorrà la sua
parte, specie in mezzo al campo.
p.d.d.
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