30/10/12

MARADONA E' MEGL' E PELE'!


“Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perchè loro sono come ero io a Buenos Aires”
Maradona, il giorno della presentazione allo Stadio San Paolo, il 5 luglio 1984.

Oggi, martedì 30 ottobre, non è un giorno come gli altri. Un po' di anni fa, in Argentina, nacque un giocatore che “non sarà mai un uomo comune”. Stiamo parlando di Diego Armando Maradona, il Dio del calcio. Non ci si può esimere da augurargli un buon compleanno a chi ha fatto la storia passata del Napoli, regalando perle a destra e a manca, e facendoci vincere 2 scudetti, una CoppaUEFA (ora Europa League), 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Era un Napoli forte, una squadra compatta e arcigna, che non aveva paura di nulla. “Maradona, ad inizio partita, andava da tutti i compagni e, anche se di fronte avevamo gente del calibro di Gullit o Platini, ci diceva sempre “Tu sei più forte di lui”. Ecco, era questa la particolarità di Diego, ti faceva sentire forte”. Queste erano le parole di “Pal e fierr” Bruscolotti, il mitico capitano di quel grande Napoli. Ma, ragioniamo: ci sono analogie forse fra quel Napoli e quello di oggi? Il grande Diego come avrebbe reagito alle 3 sconfitte consecutive (PSV, Juventus e Dnipro) che hanno colpito il Napoli in questo mese di Ottobre? mAvrebbe preso per mano la squadra per trascinarla alla vittoria contro il Chievo (vittoria che domenica è arrivata grazie ad un gol di Hamsik all'ora di gioco, ndr). Ricordiamoci sempre che, quando arrivò a Napoli, Maradona costruì una squadra da solo (il Napoli il primo anno con Diego lottò per la retrocessione, ndr). L'anno dopo si lottò per lo scudetto, contro il Milan, come nel campionato di due anni fa che sancì l'ingresso dei “piccoli” azzurri nell'Europa dei grandi, quella della musichetta e del telone sventolato a centrocampo. Ci sono analogie con i giocatori in campo? Andiamo con ordine: in porta c'era Claudio Garella, portiere nel giro della Nazionale maggiore, così come Morgan De Sanctis, portierone attuale. In difesa c'era lo “scugnizzo” Ciro Ferrara, e ora c'è Paolo Cannavaro, scugnizzo e capitano del Napoli. Anche sulla panchina c'è un'analogia: Gianfranco Zola e Lorenzo Insigne, entrambi considerati dei talenti purissimi, ma che ancora devono fare il salto di qualità. In attacco mentre negli anni di Maradona c'era la “MA.GI.CA” attualmente il tridente è composto da Cavani, Hamsik e Pandev. Nessun confronto regge, ed è vero, ma semplicemente perchè quel “MA” era quella incognita
impazzita che ti poteva far vincere da un momento all'altro. Maradona non ci stava, e quando perdeva stava male, non riusciva a sopportarlo. Il Maradona che piace ricordare è questo qui, quello che disegnava geometrie in campo, quello della punizione contro la Juventus dove dice “tanto gli faccio gol comunque”, quello della “Mano de Dios”, quello della “battaglia per le Falkland”. Auguri D10S, grazie di tutto.


l.a.

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