Non è mai bello dire “te lo avevo detto!”, ma mai come oggi è attuale. Ieri nel nostro
articolo di presentazione alla gara avevamo predetto che la Samp avrebbe
indirizzato la partita sul piano fisico e sulla rottura più che sulla costruzione,
e che servivano verticalizzazioni veloci per superare il folto centrocampo
doriano. Profeti! Hamsik ruba palla, scambio veloce con Inler che porta palla
per 60 metri, passaggio di ritorno per lo slovacco, ingresso in area e rigore
(anche se dalle immagini sembra fuori il contatto Gastaldello-Hamsik, ma giusto
in ogni caso il secondo giallo). Il Napoli parte piano e cerca di studiare
l’avversario e di individuare eventuali varchi fra le strette maglie
blucerchiate. Viceversa la squadra di Ferrara cerca subito di schiacciare gli
azzurri e trovare il gol per poi chiudersi in difesa. I doriani si schierano
con un 4-5-1 (il 4-3-3 non è neanche più sulla carta) con Estigarrabia e
Soriano più sul centrocampo che in attacco, per trovarsi in superiorità
numerica contro i 4 del Napoli. Inler e Behrami hanno difficoltà a portare
palla e raramente Hamsik e Pandev si abbassano per dettare il passaggio. La
squadra di Mazzarri appare priva di idee e un po’ svogliata, sembra si ricalchi
la gara di Catania. Il possesso di palla è di marchio azzurro, anche se porta
giusto a un tiro verso Romero. Il primo tempo finisce senza grosse occasioni da
gol da entrambe le parti. Come da abitudine il Napoli che inizia la ripresa è
diverso da quello della prima frazione. La Samp inizia a soffrire un calo di
condizione visto che nel primo tempo ha corso in lungo e in largo per rubare
palla e inseguire gli azzurri. Rispetto ai primi 45 minuti Maggio e Zuniga
attaccano di più, anche se in modo confusionario, Inler gioca più palloni e un
indomito Behrami dà maggiore copertura alla difesa. La Samp si sfilaccia e fra
le linee Hamsik la fa da padrone. Uno spento Pandev esce per Insigne, che
ancora una volta cambia il volto alla gara. Lorenzo si piazza largo a sinistra
e allarga la difesa avversaria e ogni volta che tocca palla la Samp va in
difficoltà. Cavani è costretto più a controllare la stretta marcatura di
Berardi che i palloni (pochi) che gli arrivano. Il Napoli ha la migliore difesa
del campionato, ma è frutto di un intenso lavoro di squadra più che dei meriti
dei singoli interpreti. Cannavaro e soci, onestamente, lasciano troppo
iniziativa ad Eder facendolo diventare di colpo un fenomeno. Una menzione va a
Tagliavento che ancora una volta dimostra di non essere un arbitro degno di
dirigere squadre da vertice: resta da spiegare l’espulsione di Mazzarri e la
non espulsione di Costa per il calcione sulle ginocchia di Maggio. Parliamo di
calcio e quindi anche di spettacolo, ma è assurdo sentire da un commentatore tv
(che lasceremo nell’anonimato) che Eder è uno specialista sui calci di
punizione. Rivoltando Youtube in ogni sua pagina, anche nella sezione
fantascienza, non c’è un video che illustri tali sue qualità. Si parla di
scudetto e di crescita e partite come queste devono essere vinte anche col
minimo sforzo. L’anno scorso il Napoli ha sofferto in quelle partite giocate
conoscendo già il risultato delle concorrenti e spesso purtroppo ha perso
punti. Oggi si doveva vincere e si è vinto, e Genova dista da Torino 170 km:
l’urlo del Napoli si è sentito fino in Piemonte.
s.s.