Milano. Inter- Napoli doveva essere un big match è un big match è
stato, L’Inter esce vittoriosa per 2-1 , è il quarto successo su cinque big
match giocati dai neroazzurri. L’unica sconfitta contro le “grandi” è stata quella
contro la Roma di Zeman.
l’Inter gioca un calcio speculare e non ha un’idea di gioco. Vive di
episodi, come le due occasioni da goal ( uno schema su calcio piazzato e un
contropiede) entrambe sfruttate con grande cinismo. Per avere la meglio sui
neroazzurri bisogna giocare un calcio propositivo, costruire invece che
distruggere come appunto sa fare la squadra di Stramaccioni, e il Napoli
soprattutto nel primo tempo e nel finale della ripresa, pur giocando
complessivamente meglio dell’Inter, non è riuscito ad essere cinico in zona
goal. Gli azzurri hanno peccato soprattutto in fase conclusiva, sei nitide
occasioni da goal non sfruttare.
Napoli che nelle sfide con le prime sette del campionato ha un ruolino
di marcia opposto all’Inter, quattro sconfitte e un pareggio.
Nessuna novità nelle file del Napoli, Mazzarri conferma la formazione
della vigilia.
Stramaccioni, a sorpresa, passa da un 3-4-3 a un 3-5-2 rinunciando a
Palacio dal primo minuto e inserendo Guarin dietro le punte rinfoltendo il
centrocampo. Segno che il tecnico interista non vuole sbilanciarsi, ma giocare
una partita accorta ed essenziale.
Primo tempo
subito Guarin. L’Inter ci mette sette minuti per passare in vantaggio, calcio
d’angolo di Cassano dalla sinistra e Guarin completamente dimenticato dalla
difesa del Napoli è libero di insaccare l’1-0. Uno schema quindi, provato
dall’Inter in allenamento e anche in altre gare di campionato, al Napoli si può
imputare solo un calo di attenzione su questo episodio, ma in queste gare anche
il minimo calo di concentrazione può essere fatale.
Nonostante il termometro a Milano faccia registrare 0 gradi il clima in
campo è caldissimo, Cannavaro e Britos non fanno i complimenti a Cassano, sul
versante opposto Juan Jesus non si risparmia su Cavani.
La squadra di Mazzari seppur scossa prova a reagire. Al’17 Cavani
dribbla Cambiasso e serve Insigne, che dal limite non riesce ad inquadrare la
porta.
Cavani gioca complessivamente bene, ed innesca un duello tutto
personale con Juan Jesus, difensore dotato di grande forza fisica e corsa
quindi in grado di provare a contenere il Matador, nonostante tutto l’uruguaiano
non perde il duello contro il difensore brasiliano, riuscendo a vincere
contrasti e a procurasi palle goal.
Chi non riesce ad incidere come al solito è Hamsik, Stramaccioni aveva
pubblicamente affermato di temere più Marek che Cavani, e infatti lo slovacco
resta imbrigliato nella fitta rete di trame nerazzurri per lui appositamente
preparata, e pur essendo al centro del gioco degli azzurri non si è riuscito
quasi mai a rendersi pericoloso con i suoi soliti inserimenti.
AL’19 proprio Cavani appoggia ad Hamsik in area, il tiro dello slovacco
va fuori, probabilmente c’è una deviazione ma l’arbitro non concede il calcio
d’angolo, non sarà l’unica volta.
Al’ 27 su un bel cross di Maggio dalla destra Cavani prova una
sforbiciata tra Ranocchia e Cambiasso, ma la palla esce.
Milito non
perdona. Guarin, l migliore dei suoi,con una percussione propizia anche il goal
del 2-0: il colombiano al’38 dribbla Behrami e serve Milito che in area protegge
la palla da Gamberini, si gira e con un destro precisissimo fa secco De
Sanctis. Ottavo goal in campionato per l’argentino, la protezione del pallone è
il pezzo forte del suo repertorio.
Ma anche dopo il 2-0 gli azzurri vanno più volte vicino al goal: al’43
Insigne scodella un pallone al centro, Juan Jesus libera di testa ma il pallone
raggiunge nuovamente Insigne che ci prova con una volè che per poco non
inquadra la porta.
Secondo
tempo. Nella ripresa Mazzarri inserisce Pandev al posto di Gamberini, che darà
maggiore vivacità alla manovra offensiva, a conferma di quanto il recupero di
Goran sia essenziale nello scacchiere tattico di Mazzarri. Ma è l’Inter a sfiorare il 3-0 all’avvio con
Cassano, ma la conclusione del barese si stampa sul palo.
Cavani
accorcia le distanze. Proprio il macedone è protagonista nell’azione che
porta al goal che accorcia le distanze: su un traversone di Hamsik prima Pandev
costringe al miracolo Handanovic che devia sulla traversa, poi il portiere
sloveno fa gli straordinari sulla conclusione di Maggio da due passi, ma nulla
può sul tentativo di Cavani che di
destro mette in rete il suo undicesimo goal in campionato e riaccende le
speranze azzurre.
A pochi minuti dalla fine Alvaro Pereira sfiora l’autogoal nel
tentativo di respingere un traversone con cui
Cavani tenta di servire Mesto. Poi Maggio di testa conclude centralmente
nelle mani di Handanovic. L’Inter sfiora il goal con Palacio che dopo essersi
districato nella difesa azzurra sfiora il palo alla destra di De Sanctis.
L’ultima occasione non può che essere per il Napoli, che tra le due
squadre è complessivamente quella che ha prodotto più palle goal, ma la
conclusione di Cavani è deviata in calcio d’angolo dall’ insuperabile
Handanovic.
Il Napoli spreca
troppo. La gara finisce 2-1, l’Inter scavalca il Napoli di un punto ma chi
trae più benefici da questo risultato è la Juventus, che vincendo di misura a
Palermo si porta da +2 a
+4 sulla seconda.
Per il Napoli l’amarezza più grande è quella di aver attaccato l’Inter
per gran parte della gara senza riuscire a portare a casa nessun punto da una
gelida notte milanese.
s.c.
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