Conferenza stampa a Castelvolturno per presentare ufficialmente ai tifosi e agli addetti ai lavori gli ultimi arrivati Mesto, El Kaddaouri e Uvini. Il succo sempre lo stesso: Napoli per me è un punto d’arrivo. Ibrahimovic ci ha insegnato a non dar troppo peso alle interviste di presentazione ma per dirla alla napoletana ca’ nisciun è fess! Perfetto, bravi, continuate così, ma non dimenticate queste parole. Napoli deve essere per tutti un punto importante e fermo della propria carriera, non una tappa intermedia. Quello che offre Napoli e il Napoli è qualcosa di unico e lo sta scoprendo a caro prezzo il Pocho, o Lavessì come lo chiamano i francesi. Per il belga-marocchino più autografi in 15 giorni partenopei che in 4 anni bresciani. Per il brasiliano tanti i messaggi di complimenti da parte dei suoi connazionali che giocano o hanno giocato in seria A. Per Mesto il tanto atteso salto di qualità. Ora tocca alla società far diventare la squadra una vera grande del panorama calcistico. Il mercato lo deve fare la dirigenza e non il giocatore. Che ti chiami Lavezzi, Gargano, Quagliarella, Cavani o Hamsik non c’è e non deve esserci differenza. Se non rientri più nei piani societari caro giocatore ti trovo una nuova sistemazione e amici come prima, ma se Napoli è davvero il tuo punto di arrivo allora lotta per la maglia, per i tifosi e dai il tuo contributo alla causa. Al di là della questione sui diritti d’immagine (anche se pure su questo fronte qualcosa sta cambiando) chi accetta Napoli lo deve fare con la consapevolezza di essere arrivato in una grande. Tassello dopo tassello si devono porre delle solide basi per il futuro. Le grandi europee non cambiano di continuo la rosa, fanno 1-2 acquisti importanti in entrata più qualche giovane e via chi è in esubero. L’ossatura resta la stessa, sono i muscoli che devono adeguarsi di volta in volta. Il Barcellona ne è un esempio lampante, ed è soprattutto un esempio vincente. Napoli punto d’arrivo, il punto e a capo lasciamolo agli altri.
s.s.
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